Frequentare la scuola è importante, ti forma per affrontare al meglio alcuni ostacoli che ti può presentare la vita. La conoscenza è fondamentale per intraprendere decisioni altrettanto importante però è la famosa ” gavetta” che dovrebbe seguire a pari passo per permetterti di mettere in pratica la teoria. Far sì che ogni singola persona possa con il tempo acquisire: passione, sacrificio ma soprattutto umiltà specie nel settore lavorativo, dove non tutti possono fare tutto altrimenti non si spiegherebbe come mai si rivestono tanti ruoli dove ognuno è più bravo dell’altro in uno specifico settore. L’arma vincente potrebbe essere l’unione di molteplici competenze per un unico risultato. Purtroppo non è cosi, prevale sempre la furbizia, la competizione, l’inganno che portano in risalto decise personalità che esternano comunque un disagio. Il settore pizza risulta essere quello più difficile da gestire sotto il profilo emozionale. Spesso si comincia quando si è molto giovani e quindi si cresce lavorando ininterrottamente passando molto tempo a mettersi in discussione in ambienti che ti fanno incontrare e scontrare con diverse realtà. Quindi noi ci chiediamo, come si fà in un settore talmente articolato riuscire ad unire gruppi numerosi di persone e indirizzarli presso lo stesso obbiettivo? Cosa si cela dietro gli organizzatori di Tornei e Campionati che riescono ad effettuare tutto questo? Qualche risposta ci arriva da Fabio Sociani, ideatore di diverse competizioni che contano numerose partecipazioni da pizzaioli che giungono da diverse parti d’Italia.
Fabio: La pizza ha fatto passi molto importanti negli ultimi decenni, una grande evoluzione. Sono cambiate le mentalità e gli approcci con le tecniche della cucina, le scelte per dare alta qualità e i presupposti per un prodotto classico. Avanzano le mode e a mio parere anche la confusione. Non c’è giusta evoluzione se alla base non regna l’organizzazione. Creo molti progetti che favoriscono l’integratizone e provo sempre a stabilire un equilibrio tra quello che può essere il lato professionale e quello umano, non sempre riescono a conciliare le due cose ma spesso si riesce a stabilire un contatto tale da farne scaturire una trasparente amicizia. Se vogliamo essere schietti la pizza è un alimento popolare che arriva a tutti, di cui non si butta via nulla, quindi bisogna essere funzionali. Nei tornei e campionati che organizzo l’ingrediente principale, per me è l’aggregazione. Giungono persone da tutte le parti d’Italia e ognuno rappresenta il suo territorio , la propria mentalità , la sua personale prospettiva di guardare il mondo. Quindi si scende in campo con delle potenzialità e anche delle criticità, lo scopo di questi incontri è sostenerle e migliorale. Senza presunzione ma semplicemente attraverso dialogo e competizione costruttiva. Bisogna essere empatici ed entusiasti di quello che si è e che si può diventare. Abbiamo una responsabilità specie nelle nuove generazioni. Organizzare eventi di questa entità richiede moltissimo impegno ma per me è un vero piacere farlo perchè negli anni ho individuato il vero scopo , a vittoria più grande per i concorrenti non è tanto vincere ma sentirsi parte di una famiglia. I miei ultimi progetti espirmono proprio questo ” mettere a disposizione le proprie competenze agli altri” nessuno è migliore di un altro e quando, strada facendo mi capita di incrociare persone che possono intaccare questo principio devo allontanarle per preservare anche la famiglia che ho costruito. E’ fantastico vedere ai campionati persone che sono lì per gareggiare l’uno contro l’altro per evincere un vincitore, sorridere, scherzare insieme, scambiarsi consigli e frequentarsi anche dopo l’evento. I social hanno abbattuto molte barriere e la più grande è la distanza, mi riempie il cuore vedere che ad ogni fine torneo nascono gruppi di amici che condividono gioie e dolori anche della loro vita personale. Sempre pronti a darsi una mano e fidarsi l’un con l’altro. Guadagno tanta stima che poi è la stessa che riporto per ognuno di loro. Sono un appassionato di cinema, da lì nasce il nome della mia pizzeria ”Ciak che pizza” che ormai è diventato quasi uno slogan che mi identifica.
Con le ultime mutazioni avvenute , causa covid, ci sono state molte sofferenze e continuano ad esserci , ma abbiamo tutti la consapevolezza di poter contare l’uno sull’altro.
Sto lavorando ad un progetto per me molto importante ” Impastatori Italiani Ethical division” strutturato sulla serietà, aggregazioni e condivisione etica di processi lavorativi ma anche di morale e lealtà.
Vi aspetto : ”Ritorno alle origini II” a Roma word , un gruppo di amici che arrivano da tutt’Italia per passare due giorni all’insegna della spensieratezza e del conforto di tanti altri.
https://www.facebook.com/Trofeo-Ritorno-alle-origini-112373473878662
Clementina Paone